Haim Steinbach
1944, Rehovot, Israele
Haim Steinbach è una delle figure più emblematiche dell’Arte Contemporanea a partire dagli anni Ottanta, noto per la sua pratica fondata sull’atto del mostrare. “Io non realizzo oggetti, li trovo e li presento” – con questa dichiarazione, l’artista definisce il cuore della sua poetica: una riflessione rigorosa e affettiva sull’esposizione dell’oggetto quotidiano.
Attraverso l’uso di mensole realizzate a mano, spesso minimaliste e precise, Steinbach dispone oggetti provenienti dalla vita di tutti i giorni – giocattoli, utensili, articoli commerciali – ponendoli in una nuova relazione estetica, sociale e simbolica. Ogni scelta è pensata per evidenziare il potere evocativo dell’oggetto, la sua carica affettiva e culturale, trasformandolo in icona.
La sua pratica è al tempo stesso concettuale e sensoriale: lo spazio espositivo diventa parte integrante dell’opera, talvolta valorizzato, talvolta messo in discussione, in un dialogo continuo tra oggetto, architettura e sguardo.
In The Princess and the Frog, Haim Steinbach orchestra una narrazione visiva attraverso l’accostamento calibrato di oggetti comuni: la principessa rappresentata da un orso giocattolo a energia solare, una rana di plastica con una bolla, e due Kong neri da masticare per cani – oggetti tanto diversi per funzione quanto affini nella loro carica simbolica e affettiva.
Tutti sono disposti su una mensola geometricamente calibrata, realizzata a mano dall’artista, che funge da dispositivo rituale e da palcoscenico. La scena è sospesa tra ironia pop e riflessione antropologica, e ci invita a riconsiderare le narrazioni e i valori attribuiti agli oggetti del quotidiano.Ogni elemento racconta una storia: il giocattolo-animale, l’oggetto funzionale, il simbolo favolistico. La forza di Steinbach sta nell’attivare questi racconti con la sola potenza del display, restituendo dignità, tensione e poesia a ciò che spesso passa inosservato.
Come un archeologo del presente, Steinbach ci ricorda che gli oggetti parlano – e che il modo in cui li esponiamo dice molto anche di noi.
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